L'articolo riportato di seguito porta la firma di Ciriello Marco ed è
stato inserito in una rubrica intitolata "storie di mafia", dal sito
cuntrastamu.org. Riportiamo l'articolo nella sua interezza, senza alcuna censura,
anche se a nostro parere il redattore si sbilancia in analisi troppo frettolose
seppur corredate da puntuali contenuti di cronaca. L'analisi del momento non
è poi così superficiale e baldanzosa, le verità affondano
le radici in palazzi una volta dominati da irpini, a tutela dell'irpinia e della
salvaguardia delle tradizioni. Oggi la criminalità trova terreno fertile
e prendono corpo situazioni di pura anarchia, in cui gli appelli si sprecano,
tutti si mobilitano, ma i risultati sembrano non venire (p.c.).
AVELLINO. Prima, sono saltati in aria due negozi in città, poi ci sono
state due esecuzioni nei paesi limitrofi, nell'intervallo: la campagna acquisti
dell'Avellino calcio, la sfiducia al sindaco della città e una legge
regionale che fa discutere.
Bilancio: due palazzi sventrati, due morti, un ferito grave, un sindaco in bilico, una buona campagna acquisti e tante chiacchiere su una proposta nel nuovo statuto regionale. Il primo negozio salta in aria a maggio, con l'aria dolce, l'entusiasmo dell'arrivo di Zeman alla guida dell'Avellino neo promossa in serie B e le dimissioni dell'assessore alle politiche sociali del comune. Il secondo negozio salta in aria a giugno quando tra Casillo e Zeman nascono le prime incomprensioni sulla campagna acquisti, in città anche il vice sindaco dei ds sta per lasciare la giunta e il caldo si fa sentire in maniera preponderante.
Quando Zeman, decide di puntare su Bianco e Oshadogan, la giunta di centro sinistra, che governa la città, è sotto gli attacchi di tutti i partiti della coalizione, di prima mattina, a Mercogliano, un paese che è la coda di Avellino, in pieno centro, a due passi dal municipio e di fronte all'ufficio postale, viene ucciso nella sua auto, Dario Cosentino, 34 anni, pregiudicato. Tre killer, a piedi, attendono che esca dal bar, si infili in macchina, poi agiscono. Lo affiancano: uno a destra, l'altro a sinistra, il terzo di fronte, nove colpi, che lo lasciano inerme nell'auto, dopo, si allontanano con calma, sempre a piedi.
Hanno sparato con tre pistole diverse (7,65, P38, 357 magnum). Nessuno vede nulla. Il questore Mario Papa, sconcertato, si lamenta per l'omertà della gente. Il sindaco del paese interpellato sull'episodio dice: "non si tratta di omertà, prima di parlare bisogna conoscere i fatti" [corriere dell'Irpinia, 26giugno].
Cinque anni prima, nello stesso paese, a poca distanza dallo stesso luogo,
era stato ucciso un imprenditore: Modestino Corrado. L'omicidio sarà
poi attribuito al clan Partenio, che in buona parte, ora, è dietro le
sbarre, in attesa di processo, con un pentito che ne sta svelando i retroscena,
i modi
e la struttura. L'anno prima a Quindici: uno schiaffo, diversi litigi e gli
ultimi scampoli di fondi del terremoto scatenarono una nuova guerra di camorra.
Nuova sul serio. Le donne di due clan, fecero di necessità virtù.
In assenza degli uomini si fecero killer, per rivendicare la supremazia sul
territorio.
Quindici, tremila abitanti, paesino a quaranta kilometri da Napoli, da trent'anni
scena fissa dell'avvicendamento di due famiglie camorristiche: i Cava e i Graziano.
Sul terreno molti morti, un paese distrutto e intorno molto, troppo silenzio.
Dopo la frana nessuno si era preoccupato di un posto
scordato dallo Stato, che evidentemente sa come farsi notare. In Irpinia tranquilla
zona democristiana prima, ancora di più adesso, terra di denari e di
troppe imprese, di grandi opere incompiute e di molti containers ancora
fermi a sporcare il paesaggio, si consumò una feroce strage tutta al
femminile che fece il giro del mondo.
A New York macchiò i giornali, a Nizza fece piangere un boss che in galera apprese della morte di due figlie e della sorella. Una guerra di camorra, che però non entra nelle campagne elettorali e non merita l'interesse dei parlamentari irpini. Due, si limitarono a scrivere alla commissione antimafia, che poi, sconsigliata, decise di non fare visita al paese, il resto optò per il silenzio, che paga sempre. Ad Avellino certe cose non arrivavano - prima di questi mesi ci sono attici e superattici, tetti giardino e tanto denaro, e il tribunale fa da boa, di notte, per le corse fra auto di lusso dei rampolli di famiglie benestanti. La strage colpì l'opinione pubblica per l'efferatezza da modello colombiano e per l'insolita veste dei killer: erano donne. Ma non successe nulla, subito dopo fu arrestato anche il sindaco di Quindici e mezza giunta.
Pochi giorni di clamore, proposte, iniziative e tornò il silenzio. La strage si consumò durante i giorni delle elezioni comunali senza per questo sconvolgere nessuno. Ma quella era una faida e non c'entrava nulla con il resto della provincia, si disse. Però, una delle piste che seguono gli inquirenti per l'uccisione di Dario Cosentino, è quella che la sua morte sia stata decretata perché stava diventando il capo zona dei Cava nell'avellinese.
Il centrosinistra si dimentica per un momento del suo cannibalismo (versione efferata del tafazzismo nazionale, che lo induce ad ingoiare i suoi uomini), e organizza una manifestazione anticamorra, a una settimana dall'esecuzione. Naturalmente nel tempo che intercorre tra l'omicidio e la manifestazione, nessuno dice nulla, e si torna, complici i giornali locali, a parlare dell'amministrazione cittadina, ultimo prodotto di buona politica - e forse unico - in questa provincia, della stagione dei sindaci del 93. I quotidiani non si prodigano affatto per aiutare l'ostilità e il silenzio, che le forze dell'ordine incontrano, nessuno pensa di scrivere uno straccio di editoriale, che inviti a denunciare i fatti, né si promuove la marcia.
I quotidiani son tre, uno, "Ottopagine" segue queste vicende in maniera morbosa e poliziesca ma sfociando spesso nel grottesco e riducendo i pezzi a pettegolezzi più che giornalismo, l'altro il "Corriere dell'Irpinia" si tiene distante all'inglese - lord, non magazine il Mattino di Avellino è un giornale balneare, che non usa i commenti o gli appelli, solo notizie e poi, non si immischia in queste faccende. E infatti - con gran gioia dei giornali all'indomani - la manifestazione anticamorra fallisce, non partecipano i commercianti né le altre categorie maggiormente esposte al pericolo racket. Dei cinque parlamentari irpini su sei, del centro sinistra, solo in due riescono a liberarsi dagli impegni.
L'Avellino, non fa in tempo a mettere insieme il tridente con Tchangai e Moretti, che in un altro paese, che segue Mercogliano - nella geografia della desolazione - Ospedaletto d'Alpinolo, ai piedi del santuario di Montevergine, tra la folla, mentre sta per prendere il via una gara di rally, vengono sparati due gemelli, Giuseppe e Saverio Dello Russo, di 25 anni. Il killer arriva in moto, anche qua in piazza, fuori da un bar, li cerca, spara al primo (mentre scriviamo è in coma), insegue il secondo fra la gente, lo raggiunge, e lo lascia sull'asfalto, con calma torna alla moto e fugge.
Il giorno dopo, solito clamore, nessuna girandola di dichiarazioni, nessun intervento, nessuna manifestazione. L'omicidio è una chiara risposta a quello di Dario Cosentino, pare che lo spazio lasciato libero dal clan Partenio sia conteso, fra due frange dello stesso, oppure dall'ombra di Quindici che poi non è così lontana. Due giorni dopo i giornali attaccano di nuovo il sindaco di Avellino, Di Nunno, per il suo operato politico, la margherita si sta dando un nuovo assetto, in regione il gruppo ds propone la fecondazione assistita e l'adozione anche per le coppie gay, e qui De Mita, e tutto il centro sinistra irpino, ritrovano voce e spazio sui quotidiani, il mondo politico si rianima, c'è molto da dire, anche il cardinale Giordano, si sente chiamato in causa.
Gli inquirenti si attendono altri incidenti di percorso fra una
lite e l'altra, pare che ci sia un movimento del concreto che non riesce a trovare
spazio e voce sui giornali, a Napoli la chiamano Camorra, ad Avellino, è
una notizia marginale, però si sta facendo una campagna acquisti strabiliante,
sarà una grande stagione, e a breve, si vota per comune e provincia,
non scherziamo.