Rintracciabilità di filiera per il settore vino |
Pubblicata in data 20/5/2005 ‘Per un prodotto di qualità come il vino la tracciabilità esibita è certamente un elemento importante perché assicura trasparenza nei processi produttivi sul territorio d’origine’. Per Teobaldo Acone, ambasciatore della ‘Città del Vino’ e socio-promotore del club ‘Go Wine’ di Avellino bisogna prestare massima attenzione e priorità all’intera filiera del vino per dare garanzie certe al consumatore. “E’ necessario- dice- che questo succeda anche nel nostro territorio dove ci sono tre Docg Fiano, Greco e Taurasi e dove ora sta per partire la ricaduta della Doc sia per il bianco che per il rosso”. “Il Consorzio di tutela dei vini irpini- prosegue- deve creare dunque i requisiti importanti di rappresentatività e di operatività che non ci sono ancora. Solo così si può produrre un vino di qualità con prezzi che possono competere con il mercato nazionale ed internazionale”. Acone pone l’accento su una delle principali novità sul piano delle garanzie al consumatore che riguarda i controlli e la certificazione della rintracciabilità di filiera per i vini a denominazione d’origine. A seguito del decreto del 2001, il settore è obbligato non solo a tenere la registrazione delle operazioni correlate alle varie fasi del processo produttivo ma anche a sottoporsi ad un piano di controllo sul rispetto degli obblighi di legge nonché a certificare la corrispondenza. Questa responsabilità relativa ai controlli è affidata ai consorzi di tutela che abbiano requisiti di rappresentatività e di operatività. La Federazione che riunisce i consorzi d’intesa con il ministero delle Politiche Agricole definisce in proposito un piano di controlli e di verifiche su tutto il territorio nazionale che interessa i campi della coltivazione, conferimento. Vinificazione, imbottigliamento e distribuzione. S.B. |