Inaugurato il centro digitale di Calitri
Pubblicata in data 23/12/2009

Ricco il parterre di ospiti che questa mattina ha fatto tappa a Calitri, presso la casa dell’Eca, dove si è svolto il convegno “Il futuro oltre il tessile”: Giuseppe Di Milia, sindaco del Comune di Calitri, Raffaele De Bitonto responsabile amministrativo dell’intervento per conto della Regione Campania, Canio Galgano, consigliere provinciale, Gerardo Vespucci, preside dell’Istituto tecnico commerciale di Calitri, Pietro Foglia, presidente dell’Asi di Avellino, Giuseppe Antonio Solimine, assessore provinciale al Lavoro e alla Formazione professionale, Don Pasquale Ricci, parrocco del comune di Calitri Ettore Mocella, presidente Confartigianato Avellino. In sala, tra gli altri, Antonio Campana, vice presidente Eapsaim, sindaci altirpini, associazioni di categoria, imprenditori come Mimmo Capasso di Laterizi irpino e Salvatore Caruso di Cizeta srl (tessile). A spiegare come operare per portare a regime il kit di servizi e quale modello di gestione dare è il primo cittadino di Calitri, Giuseppe Di Milia. Che racconta: “Tutto è iniziato come una sfida e deve continuare ad esserlo. Fare un centro di servizi è una cosa nuova, che non capita sempre. In queste zone non ve ne sono, non esiste la cultura dello stare insieme. L’associazionismo ha delle difficoltà. Invece, a Calitri, in un periodo di crisi si apre il centro servizi”. Poi Di Milia scatta una fotografia sul distretto calitrano: “Una realtà in crisi, dal punto di vista industriale, perché la Cdi è in crisi. Per ora esistono realtà artigianali senza grande respiro. Ma abbiamo lo stesso voluto insistere su questo progetto, come su altri. A parte il centro servizi, c’è infatti l’incubatore di impresa: a giorni sarà affidato ad aziende che vogliono sperimentare in un laboratorio moderno e locali adatti nuove attività. Otto le richieste pervenute finora. Poi ci sono altri otto lotti urbanizzati su cui si possono costruire nuove attività. Da non tralasciare anche lo sportello unico per le imprese, per il quale abbiamo fatto corsi per tecnici di gestione”. Insomma, il quadro è ancora incerto, ma la motivazione e l’ottimismo non mancano. Soprattutto, molto si conta sull’imprenditoria. “Sono fiducioso che il privato può e deve muovere la molla dell’economia altirpina. Per questo, per la gestione del centro si pensa ad un bando di gestione a privati o associazioni di categoria che possano farlo funzionare anche per un periodo sperimentale di un paio di anni e metterne in rete le competenze. Senza perdere di vista l’obiettivo di una struttura associata che sia il fiore all’occhiello per servizi innovativi e mirati”. Dunque, il centro servizi deve diventare una sorta di vetrina di quello che si fa in queste zone. “Trent’anni fa Calitri si inventò la fiera. Quella era materiale, questa che inauguriamo oggi è invece una sorta di fiera immateriale”. Al tavolo anche Raffaele De Bitonto responsabile amministrativo dell’intervento per conto della Regione Campania, ente finanziatore. De Bitonto parla di una iniziativa viva e pulsante che si spera porterà ottimi risultati. Ma ribadisce anche che occorre capire come inquadrare questo centro, nato da un accordo di programma quadro sottoscritto da Regione Campania e Ministero. “Oltre a Calitri ce ne sono altri 4 in Campania. Ogni sede serve il relativo distretto del tessile-abbigliamento. Attraverso lo specifico portale, si accede alla banca dati delle imprese di un distretto per valutare eventuali gare, organizzare fiere o altro. Ma si può utilizzare la struttura e i servizi del portale anche per altre filiere produttive”. Per De Bitonto, si può ipotizzare l’autonomia del centro, l’importante è che non resti una cattedrale nel deserto. “La funzione della Regione si esaurisce con l’erogazione dell’attività formativa. Poi chiavi in mano al territorio. A questo punto, gli attori economici dovranno capire il modo migliore per gestirlo e renderlo auto-sostenibile, tenendo sempre presente l’aspetto interregionale. Più in là, infatti, non si esclude la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”. Una rete di attori politici e sociali in Irpinia per lo sviluppo è la strategia proposta da Ettore Mocella. “L’impresa si sviluppa con coesione sociale, infrastrutture, bassa criminalità. Questa è la via del nostro sistema territoriale”. Sulla neo-nata struttura calitrana: “L’idea è quella di un centro di sviluppo-innovazione per le piccole imprese che spesso non le hanno al proprio interno”. Canio Galgano, consigliere provinciale, lancia un messaggio: “un punto non fa sviluppo, sono i punti messi insieme che fanno sviluppo. La fiera non è solo di Calitri, la diga non è solo di Conza. Questi nascono come progetti locali che coinvolgono tutto il territorio, che creano sinergismo”. Gerardo Vespucci, preside dell’Istituto tecnico commerciale di Calitri parla di energia da immettere nel sistema territorio. “Come scuola siamo molto interessati a questo progetto. Abbiamo bisogno di attualizzare gli studi. I nostri giovani brillanti se ne vanno da qui. La merce più preziosa da esportazione che produciamo sono proprio loro. I docenti devono far conoscere ai giovani le risorse dell’economia locale”. Quella della formazione e del lavoro è una sfida colta anche dalla Provincia di Avellino. “Su questo argomento”, spiega Giuseppe Solimine, “dovrebbe essere organizzato un incontro ad hoc. Perché dobbiamo trasferire alle nuove generazioni questa condizione di un futuro difficile”. Poi una riflessione: “Siamo stati impegnati in tantissimi progetti innovativi. Ma non dobbiamo limitarci ad essi. Dobbiamo mettere a regime un elemento di conoscenza. Oggi in regione manca la conoscenza dei progetti trasferiti sul territorio, che non dialogano tra loro”. Per questo, l’assessorato al Lavoro ha messo in piedi un sistema di monitoraggio per capire il tessuto imprenditoriale presente in Irpinia. “Occorrono notizie certe. Vorremmo infatti con il mondo dell’impresa un incontro vero anche per discutere di formazione. Perché identificare il percorso di formazione giusto per ogni fetta di territorio è fondamentale. E oggi coniugare il sistema lavoro con il sistema formazione è un impegno imprescindibile”. La Provincia attiverà anche procedure di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Altro tema portante, affrontato da Pietro Foglia, quello delle infrastrutture materiali ed immateriali. Il presidente Asi di Avellino parte da un punto sulla situazione industriale irpina, in riferimento alle ultime vicende: “Bisogna smetterla con le polemiche. Dobbiamo guardarci in faccia con i politici. Il manifatturiero va sostenuto, oppure l’Irpinia è votata a formaggio e vino? Gli industriali non sono d’accordo con la piattaforma. Posso anche comprendere. Ma qual è la proposta alternativa? Sono 20 anni che è stata completata l’Ofantina e non si capisce perché si è fermata a Lioni. Possibile che non si può fare un accordo interregionale che colleghi Calitri con Melfi e Candela? Di queste proposte alternative di collegamento con l’autostrada, non ne sento in giro. Insomma, questa industria come deve vivere in un periodo di crisi complessiva?”. Poi una valutazione sul centro servizi. “Noi in crisi ci siamo dal 2008: tuttavia, il tessuto delle piccole industrie si è fatto carico anche del fattore sfavorevole e ha cercato di sopportare il deficit. Ma se il piccolo non ha strutture collettive come questa, che spero possa essere anche utilizzata per l’internazionalizzazione di prodotti, come può andare avanti? Usciremo dalla crisi nei prossimi sei mesi. Ma per tornare al tenore di prima occorreranno anni. Intanto, il pubblico si attrezza con le infrastrutture che rendono i territori ancora più appetibili”.