Torna Carlo Gesualdo. Ma è un palcoscenico
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Sarà pronto per l'inaugurazione pochi giorni prima del prossimo Natale.
E metterà in scena l'opera Le nozze di Figaro di Mozart, titolo d'apertura
benaugurante di una stagione teatrale che torna ad animare la vita culturale
di Avellino dopo quasi cent'anni che nella capitale dell'Irpinia non si svolgeva
una regolare stagione teatrale. Stiamo parlando del nuovissimo teatro "Carlo
Gesualdo" progettato dall'architetto Carlo Ajmonino e praticamente ultimato.
È una struttura avveniristica, edificata in pieno centro storico ad
Avellino, ed ospiterà 1200 spettatori, con un palcoscenico fra i più
moderni e attrezzati d'Europa. L'intitolazione è ad un grande madrigalista
del tardo Cinquecento, Carlo Gesualdo principe di Venosa (1560-1613) noto
alle cronache per due fatti sentimentali: sposatosi a Napoli con Maria d'Avalos,
la sorprese mentre lo tradiva con Fabrizio Carafa. Gesualdo uccise i due amanti
(1590) e fu costretto a lasciare Napoli non tanto per sfuggire alla giustizia,
quanto per evitare la vendetta dei parenti degli uccisi. Si rifugiò
a Ferrara, presso Alfonso II d'Este, di cui sposò in seconde nozze
la nipote Eleonora. A Ferrara sviluppò il suo innato senso per la musica,
divenendo uno dei madrigalisti più celebrati dell'epoca, erede e continuatore
della grande tradizione fiamminga che proprio presso la Corte Estense aveva
trovato la munificenza per esprimersi ad eccellenti livelli artistici e poetici.
Ora la figura di Gesualdo rivivrà nella memoria dei suoi conterranei
grazie proprio a questa magnifica struttura.
"L'idea del teatro nacque dopo il terremoto del novembre 1980" dice
Antonio Di Nunno, sindaco di Avellino: "I fondi che arrivarono erano
destinati sia alla ricostruzione che allo sviluppo e le amministrazioni di
allora decisero che bisognava dare un teatro alla città". Il sindaco
Di Nunno racconto poi che al suo insediamento, avvenuto con le elezioni amministrative
del 1995, i lavori del teatro erano praticamente abbandonati dalla Cooperativa
Costruzioni di Bologna, perché non vi erano più fondi sufficienti
per soddisfare le richieste dell'impresa: "Abbiamo fatto una trattativa
molto serrata - prosegue il sindaco - e infine con un lodo arbitrale ci siamo
accordati per la prosecuzione e l'ultimazione dei lavori, aggiungendo come
amministrazione ulteriori 7 miliardi di lire. Il costo complessivo, a teatro
ultimato, sarà di 26 miliardi di lire, una cifra molto contenuta, secondo
il pronunciamento di alcuni affidabili esperti". Ha di che andare orgoglioso,
il sindaco Di Nunno: a lui toccherà il compito di tagliare il nastro
inaugurale e proprio lui verrà ricordato come quello che ha riportato
Avellino nel novero delle città che con gli eventi teatrali non fanno
solo cultura, ma anche sviluppo economico: "La nostra aspirazione - conclude
il sindaco - è che con il Progetto Cultura reso possibile grazie al
teatro, Avellino si agganci alla grande cultura nazionale ed internazionale".
Sui programmi, ha idee ben precise anche l'assessore Enza Ambrosone: "Abbiamo
tante aspettative ma le prospettive sono ancora tutte da delineare. Certo
non è il momento dei trionfalismi, e non vogliamo nascondere nessuna
delle preoccupazioni che abbiamo per la gestione, ma è una sfida che
va accettata. Per la prima stagione teatrale, che si svilupperà nel
corso del 2003, immagino un cartellone che punti su più generi, dalla
prosa all'opera lirica, dalla musica classica alla danza, ma non solo. Personalmente
vorrei lavorare per legare questa grande, nuova realtà al territorio,
in modo che il teatro sia fruito innanzitutto dagli avellinesi come un luogo
d'incontro vissuto a 360 gradi". L'amministrazione avellinese pensa di
favorire una stretta sinergia anche fra teatro e imprese locali: "Pensiamo
al turismo eno-gastronomico" prosegue la Ambrosone "perché
crediamo molto nell'indotto, non solo culturale, ma anche economico e commerciale.
In provincia di Avellino ci sono fior di aziende vitivinicole che esportano
in tutto il mondo, bisogna trovare il modo di realizzare un'offerta culturale
che riesca a promuovere le specificità di questa terra, e viceversa".
Intanto, per fare in modo che la macchina sia già in moto il giorno
dell'inaugurazione, l'amministrazione comunale di Avellino sembra essere partita
con la marcia giusta, puntando sulla didattica. Ha aperto le porte del teatro
a delle partnership importanti, quali quelle con la scuola di formazione manageriale
Stoà di Ercolano, la Federculture di Roma ed il teatro "Borgatti"
di Cento. Da una parte la cultura manageriale (Stoà), dall'altra l'esperienza
unica e ormai imitata del teatro "Borgatti" nella formazione di
giovani artisti e al centro il coinvolgimento nientemeno che di Federculture,
associazione nazionale nata con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale
ed ambientale diffuso in Italia, sostenendo gli sforzi di città grandi
e piccole per qualificare la spesa e razionalizzare i servizi, attraverso
la promozione e l'affermazione di una cultura d'impresa per la gestione dei
teatri, musei, biblioteche, servizi turistici, impianti sportivi ed aree protette.
Questi tre partners dell'amministrazione locale avellinese, proprio in previsione
di un intervento unico e straordinario quale il decollo del teatro "Gesualdo",
hanno costituito un'ATS (Associazione Temporanea di Scopo) che ha come finalità
il trasferimento dell'esperienza formativa centese (modello gestionale e metodologie
didattiche) allo stesso teatro "Gesualdo". Tale progetto, per la
propria credibilità e per l'assoluta affidabilità delle partnerships,
ha ottenuto il finanziamento da parte del Fondo Sociale Europeo, congiuntamente
con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, classificandosi al
quarto posto fra le centinaia di progetti presentati in sede europea. Il progetto
dell'ATS ha durata di 12 mesi e nello sviluppo delle proprie attività
didattico-formative coinvolgerà anche il Conservatorio "Domenico
Cimarosa" di Avellino. Nel merito specifico, la chiave di volta che ha
consentito il finanziamento Europeo e Ministeriale alla proposta maturata
nell'ambito delle attività formative svolte dal teatro "Borgatti"
di Cento, si configura come una di quelle operazioni codificate dal Fondo
Sociale Europeo come 'Trasferimento di buone pratiche Nord-Sud'. Il 'trasferimento'
si propone un percorso scandito in tre azioni principali: una prima fase di
analisi e ricerca preliminare che si conclude con un Seminario Tecnico rivolto
agli enti che partecipano al progetto. Una seconda fase di trasferimento-base
di primo livello con la "Formazione ai formatori" dove si trasmetteranno
le nozioni e le informazioni acquisite durante la fase precedente. Infine
la terza fase, di vera e propria messa in opera delle "buone pratiche"
trasferite, dove si accompagnerà il Teatro "Gesualdo" nella
messa a regime del modello organizzativo e gestionale e delle metodologie
formative di riferimento. Le finalità sono ambiziose ma non irraggiungibili:
il progetto nel suo complesso, oltre al proprio effetto formativo, andrà
a valorizzare lo sviluppo locale in termini economici (una stima dei ricavi
per la prima stagione teatrale è di 75 mila euro dalla vendita dei
biglietti; e di 150 mila euro dalle sponsorizzazioni e dai contributi pubblicitari),
occupazionali (per la prima stagione teatrale si prevede l'introduzione nella
struttura, a vario titolo, di circa 50 unità lavorative), sociali (si
prevede una forte forma di collaborazione sul territorio tra Associazioni,
Enti non profit, Privati, Scuole di danza e musica, Scuole di primo e secondo
grado) ed, ovviamente, culturali (il cartellone vero della stagione, già
in discussione). Tutto questo è, ancora, soltanto il presente. Ma il
futuro - per il Progetto Cultura di Avellino - è già cominciato.