DEGUSTATORI
DEL NEW YORK TIMES GIUDICANO LAGLIANICO
Cinque vini campani nei top 100 più premiati dItalia.
La vittoria di Tenuta dellOrnellaia con Masseto 99 e Ornellaia 99,
rispettivamente primo e secondo, sottolinea la supremazia della Toscana nella
speciale classifica dei migliori 100 vini italiani compilata dal mensile Gentlemen
incrociando i punteggi delle guide Gambero Rosso-Slow Food, Veronelli e Duemilavini
dellAis.
E la Campania? Piazza cinque vini confermando così il trend qualitativo
ormai consolidato perché il distacco dal podio registra uno scarto minimo.
Se infatti il Masseto 99 è a quota 288 punti, la prima etichetta
campana, il Patrimo 2000 dei Feudi di San Gregorio, è a sole quattro
lunghezze occupando al 13° posto nella classifica generale. Seguono il Taurasi
Vigna Macchia dei Goti di Caggiano 99 (282 punti, 45°) il Bue Apis
2000 della Cantina del Taburno (281 punti, 48°), il Montevetrano 2000 (281
punti, 55°) e infine il Serpico 2000 dei Feudi, al 72° posto.La Campania
dunque è trendy grazie a questi rossi ma soprattutto per il grande numero
di aziende segnalate sulle guide che dedicano sempre più spazio al Sud.
Infatti al secondo posto con lOrnellaia 1999 e il Sagrantino di Montefalco
25 anni di Caprai ci sono il Deliella 2000 Nero dAvola del Feudo Principi
di Butera, la nuova azienda di Gianni Zonin e la Firma, laglianico del
Vulture delle Cantine del Notaio.
Linteresse per i vini campani è forte anche negli Usa come prova
un report del New York Times secondo cui «La Campania, come molte altre
regioni non sempre prese in giusta considerazione ha dato prova di una base
fertile di nuovi, espressivi e creativi produttori». Questi i preferiti
dal panel: il Naturalis Historia 1997 di Mastroberardino (3,5 stelle), il Naima
1999 di De Conciliis (tre stelle), il Taurasi Fatica Contadina del 1997 di Terredora
(2,5 stelle), il Taurasi Macchia dei Goti 1997 di Caggiano (2,5 stelle), il
Taurasi Sele di Luoti dei Feudi di San Gregorio (2,5 stelle) e il Fidelis della
Cantina del Taburno. Come dire, il palato dei degustatori del New York Times
è meno orientato al gusto internazionale di quello degli esperti delle
guide italiane. Chi ha ragione? Non importa, comunque la Campania è ben
piazzata su tutti e due i filoni di pensiero.
ecco le zone doc della campania
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